ARCO DEGLI ARGENTARI

Situati sul lato sinistro della chiesa di San Giorgio in Velabro, doveva trattarsi di una 
porta che dava accesso al Foro Boario, eretta nel 204 d.C. in onore di Settimio Severo 
da parte dei cambiavalute (argentarii) e dei mercanti (negotiantes) del luogo, il tutto 
dichiarato dall'iscrizione sull'architrave dalla quale sono stati rimossi i nomi di Geta, 
figlio dell'imperatore, e di Plauziano, prefetto del pretorio con la figlia Plautilla, 
moglie di Caracalla, dopo che vennero fatti uccidere dallo stesso Caracalla. 
Il monumento (alto 6,8 metri e largo 5,86 metri) è formato da due pilastri in muratura 
rivestiti di marmo travertino che sostengono un architrave (sempre in marmo) sopra 
il quale erano poste delle statue. I pilastri sono decorati con pannelli in rilievo inqua-
drati da lesene angolari ornate con girali d'acanto e insegne militari e sormontati da 
capitelli compositi con fregi rappresentanti aquile e Vittorie. Nella parte inferiore dei 
pilastri è presente un fregio con scene di un sacrificio di tori, sormontato da una fascia 
con strumenti sacrificali.
Nei pannelli sono rappresentati: una persona che probabilmente doveva essere Cara-
calla (esterno del pilastro sinistro) mentre dall'altro lato sono presenti due soldati con 
barbaro prigioniero; Caracalla mentre compie una libagione su un altare portatile 
(interno pilastro sinistro); Settimio Severo e  Giulia Domna mentre compiono una li-
bagione (interno pilastro destro). Ai lati dell'architrave sono raffigurati Ercole con la 
clava e la pelle del leone nemeo (sinistra) e un Genio, probabilmente del Popolo Ro-
mano o del Foro Boario (destra).
 

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